Articolo pubblicato il 20 settembre 2024
Di: Miriana Ninivaggi

I probiotici, detti erroneamente “fermenti lattici”, sono definiti secondo la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), “microrganismi vivi e vitali che, somministrati in quantità adeguate, apportano benefici alla salute dell’ospite”.
Da non confondere con gli altri biomodulatori del microbiota intestinale:
– prebiotici che sono composti non vitali degli alimenti, non digeribili (es. carboidrati / fibre quali FOS, GOS, inulina, beta-glucani) che stimolano selettivamente la crescita e l’attività dei batteri buoni già presenti nell’intestino;
– simbiotici: combinazioni di probiotici e prebiotici che lavorano sinergicamente per migliorare la salute dell’ospite.
– postbiotici: derivati metabolici di probiotici con attività biologica utile per l’ospite (per es. acido lattico e acido butirrico, acidi grassi a catena corta – SCFA, ecc.).
Ci vengono in aiuto quando andiamo incontro a “disbiosi” di varia origine. Spesso tale condizione viene trascurata sebbene comporti conseguenze che vanno oltre la comune diarrea; essa infatti può scatenare anche disfunzioni a fegato, vie biliari e pancreas, stitichezza, acne ed eczemi, anemia, depressione, ipovitaminosi, riduzione delle difese immunitarie fino alla predisposizione di infezioni ricorrenti.
Élie Metchnikoff (1845-1916), premio Nobel, riteneva che la maggior parte delle malattie iniziasse nel tratto digestivo quando i batteri “buoni” non erano più in grado di controllare i batteri “cattivi”, chiamando questa condizione disbiosi. Quando la disbiosi si manifesta, i batteri potenzialmente patogeni prendono il sopravvento a spese di microbi potenzialmente benefici. Le loro funzioni sono molteplici e più o meno specifiche in base alla specie di probiotico; tra le varie funzioni (benefiche per tutto l’organismo) ritroviamo:
– mantenimento dell’equilibrio della flora intestinale;
– miglioramento della digestione (anche del lattosio) e dell’assorbimento dei nutrienti;
– supporto al sistema immunitario, modulandolo / riducendo infiammazioni;
– prevenzione e trattamento della diarrea (di varia eziologia);
– riduzione dei sintomi di malattie intestinali (RCU, morbo di Crohn, ecc.);
– aiuto nella prevenzione e nella cura delle infezioni urinarie e vaginali;
– produzione di vitamine (es. K e gruppo B) e acidi grassi utili per il colon;
Secondo le Linee Guida del Ministero della Salute su prebiotici e probiotici (ultima revisione: 2018) [1], questi, per dare beneficio devono avere i seguenti requisiti:
Non è consigliato associare di propria iniziativa diverse specie di probiotici, in quanto ci sarebbe competizione tra loro.
Sul mercato ci sono molte formulazioni multiple, studiate appositamente per far lavorare le varie specie in modo sinergico: questi prodotti si consigliano per “un’azione completa” su un problema gastrointestinale non ben identificato o sulla semplice prevenzione di probabili disturbi intestinali da antibiotici. Bisogna però sapere che ogni specie di probiotico ha sia una funzione che un trofismo maggiore per alcune zone del tratto digerente: in questo caso il consiglio va personalizzato in base al problema identificato. Spesso è necessario concentrarsi solo su una specie di probiotici per agire in modo più mirato su un dato problema.
Ecco alcuni esempi più frequenti in forma GENERICA e NON PERSONALIZZATA (è importante farsi seguire e consigliare da professionisti sanitari):
– STITICHEZZA: oltre ad una corretta alimentazione ed attività fisica che favoriscono il transito intestinale, si consigliano vari ceppi di bifidobatteri [2,3,4];
– DIARREA: che sia da antibiotici o del viaggiatore, si consiglia il S. cerevisiae boulardii [5](come il famoso “CODEX”) di varie sottospecie, meglio se in associazione ad altri probiotici come E. faecium [6] e L. acidophilus) oltre all’idratazione per ripristinare i liquidi persi;
– INFEZIONI URO-GENITALI (maschili e femminili): oltre ad altre accortezze igieniche ed alimentari, ci si concentra sull’assunzione su vari ceppi di lattobacilli [7, 8, 9], tra cui l’acidophilus [10,11];
– AFTE, GENGIVITI, MUCOSITI: ci si concentra su lattobacilli resistenti alle amilasi salivari specialmente sulla sub-specie “salivarius LS33” ed altre associazioni utili con specifiche indicazioni [12];
– INFEZIONI ALTE VIE RESPIRATORIE: nei bambini spesso si consiglia il ceppo “Streptococcus salivarius K12” da porre sulle gengive per ridurre l’incidenza delle infezioni alle alte vie respiratorie; questo probiotico è capace di produrre batteriocine quali salivaricina A2 e B, molecole che contrastano la crescita di patogeni come Streptococcus pyogenes [12];
– GONFIORE ADDOMINALE de-localizzato, FLATULENZA: ci si concentra sul “Lactobacillus plantarum LP115” in associazione;
– REFLUSSO GASTROESOFAGEO, DISBIOSI GASTRICA: vedono protagonisti alcuni Lattobacilli tra cui il “Lactobacillus bulgaricus”, che antagonizza l’H. pylori e riducendo l’infiammazione correlata [13];
– DISBIOSI INTESTINALE DA ROTAVIRUS: il Bifidobacterium longum BORI “attira” su di sè il virus; il BORI appare più appetibile rispetto alle altre cellule; non uccide ma rende statico il virus e ciò non gli permette di moltiplicarsi nelle nostre cellule; va bene sia in prevenzione che in trattamento [14];
– STRESS, ANSIA, INSONNIA: vari lattobacilli tra cui rhamnosus HN001 ed SP1 ed altri definiti “psicobiotici”, poichè sono gli unici dal cui metabolismo si può ottenere serotonina, dopamina, gaba, neurotrasmettitori che esplicano la loro attività a livello cerebrale [15, 16].
Spesso, prima ancora di trattare in modo specifico l’alvo alterno, la stitichezza cronica, il gonfiore addominale, si procede con una “pulizia” del tratto intestinale utilizzando un mix adatto di specie di probiotici tali da “preparare” il tratto intestinale o uro-genitale all’impianto di nuovi ceppi che aiuteranno il paziente a trattare efficacemente il problema.
I prescelti per fare questo tipo di “pulizia” sono:
– il Saccaromyces boulardii: lievito a crescita esponenziale con molteplici azioni [5, 17] capace di abbattere la carica batterica grazie alle lievitocine specifiche (per E. coli e candida); usando 2 ceppi di boulardii in particolare si aumenta lo spettro verso vari tipi di candida [17];
– l’Enterococcus faecium: ha una crescita esponenziale; colonizza subito lo spazio che può prendersi e dopo un po’ va via lasciando lo spazio ai batteri “buoni” che andrò ad utilizzare subito dopo la “pulizia” [18];
– il Lactobacillus acidophilus: numerosi studi hanno dimostrato gli effetti benefici di diversi ceppi di L. acidophilus, presente nel tratto intestinale umano, nella bocca umana e nella vagina.
Oltre che all’uso singolo, a volte si consigliano associazioni di probiotici con piante medicinali o anche vitamine. Ad esempio:
– in caso di afte si consiglia spesso l’associazione con vitamina C, dato che contribuisce alla formazione di collagene per la normale funzione delle gengive;
– in caso di tensioni addominali correlate a virus o diarrea si consigliano piante quali la camomilla, il finocchio;
– per rinforzare il sistema immunitario (molto correlato alla salute intestinale e ad un corretto stile di vita alimentare / esercizio fisico) spesso si possono associare uncaria, echinacea, sambuco, beta-glucani ma anche zinco, vitamina D ed alcune del gruppo B (queste ultime soprattutto se si assumono dei probiotici in ripresa dopo una forte influenza o debilitazione fisica);
– in caso di H. pylori, fastidio e irritazione a livello gastrico si associano vitamina B2 e B3 ma anche malva, camomilla;
– Durante il periodo del boom di allergie si associa spesso il Ribes nigrum L.;
– e molto altro [19, 20, 21]!
Occorre tenere a mente sempre che: una corretta alimentazione è il primo passo per mantenere in equilibrio il microbiota gastrointestinale; sarebbe opportuno modificare il proprio stile di vita e la propria dieta, dando la preferenza a cibi freschi ed eliminando zucchero, farine raffinate e carni suine.Inoltre, per ripristinare il microbiota, fatevi sempre visitare e/o consigliare da professionisti della salute che potranno consigliarvi, se necessario, il protocollo d’assunzione di probiotici adatto a voi.