Gli utilizzi della tradizione popolare trovano conferma in letteratura [1].
La ricerca scientifica ha evidenziato le potenziali proprietà terapeutiche del tarassaco nel trattamento di diverse patologie, tra cui il diabete di tipo 2, l’aterosclerosi e le malattie cardiovascolari [2][3][4].
Il tarassaco contiene numerosi composti bioattivi, tra cui acido clorogenico, taraxasterolo, acido cicorico e lattone sesquiterpenico, che sono stati associati a proprietà antidiabetiche [3]. Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato l’efficacia del tarassaco nel regolare il metabolismo dei lipidi e dei carboidrati, contribuendo così al trattamento del diabete di tipo 2 e dell’aterosclerosi [2].
Un altro campo di applicazione del tarassaco riguarda le malattie epatiche. Uno studio condotto su un modello sperimentale di insufficienza epatica acuta su cronica nei ratti ha mostrato che l’estratto etanolico di radice di tarassaco ha un effetto protettivo sul fegato, riducendo i marker di danno epatico e lo stress ossidativo [5].
L’estratto di tarassaco ha dimostrato di promuovere la proliferazione delle cellule muscolo-scheletriche e di inibire la risposta infiammatoria nelle stesse cellule nei ratti[6]. Si è rivelato utile nel contrastare disturbi gastrointestinali tra cui dispepsia grazie ai suoi componenti, come taraxasterolo, acido clorogenico e inulina[7]. Uno studio italiano ha dimostrato diverse altre proprietà benefiche, oltre alle già citate epatoprotettrice e antibatterica, tra cui attività contro colite e malattie autoimmuni, antivirale, antimicotica, antiartrosica. Ha anche mostrato attività antidiabetica, antiobesità, antiossidante e anticancro. Queste proprietà sono state osservate attraverso studi in vitro e in vivo, suggerendo un ampio spettro di applicazioni terapeutiche per questa pianta [8].