Proprietà terapeutiche

  • Antinfiammatoria
  • Antiossidante
  • Cardioprotettiva
  • Chemiopreventiva
  • Coleretica
  • Digestiva
  • Epatoprotettrice
  • Ipocolesterolemizzante
  • Ipoglicemica

Nome scientifico

Cynara scolymus L.

Parti usate

Foglie

Nome comune

Carciofo

Fitochimica

Polifenoli (acidi fenolici, acido clorogenico, acido caffeico, acidi dicaffeilchinici, acido ferulico); Flavoni (apigenina, luteolina) e loro glicosidi (apigenina-7-O-glucoside, cinnaroside); Antociani (cianidina 3,5-diglucoside, cianidina 3-glucoside, cianidina 3,5-malonildiglucoside, cianidina 3-(3”-malonil) glucoside, cianidina 3-(6”-malonil-glucoside); Terpenoidi; Acidi grassi saturi (palmitico, stearico) e insaturi (linoleico, oleico); Polimeri dei carboidrati (inulina, pectina); Endopeptidasi aspartiche (cardosine/ciprosine o cinarasi (cardosina A e B, cinarasi A, B e C); Ossidasi polifenolica (EC 1.14.18.1) e perossidasi (EC 1.11.1.7); Minerali e vitamine (vitamina C, folati, biotina, niacina e piridossina).

Fitochimica

Il carciofo (Cynara scolymus) è ricco di composti bioattivi, tra cui:

  • Polifenoli: acidi fenolici come l’acido clorogenico, l’acido caffeico, acidi dicaffeilchinici (es. cinarina) e l’acido ferulico.​
  • Flavoni: apigenina, luteolina e i loro glicosidi, come apigenina-7-O-glucoside e cinnaroside.​
  • Antociani: cianidina 3,5-diglucoside, cianidina 3-glucoside, cianidina 3,5-malonildiglucoside, cianidina 3-(3”-malonil) glucoside, cianidina 3-(6”-malonil-glucoside).​
  • Terpenoidi: composti con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
  • Acidi grassi: saturi (palmitico, stearico) e insaturi (linoleico, oleico).
  • Carboidrati: inulina e pectina, che conferiscono proprietà prebiotiche.​
  • Enzimi: endopeptidasi aspartiche (cardosine/ciprosine o cinarasi A, B e C), ossidasi polifenolica (EC 1.14.18.1) e perossidasi (EC 1.11.1.7).​
  • Minerali e vitamine: vitamina C, folati, biotina, niacina e piridossina.

Botanica

Cynara scolymus, comunemente noto come carciofo, appartiene alla famiglia delle Asteraceae. È una pianta erbacea perenne, caratterizzata da un fusto robusto che può raggiungere un’altezza di 1-2 metri. Le foglie, di colore verde-grigiastro, sono grandi, lobate e dotate di spine sui margini. I capolini fiorali, la parte comunemente consumata, sono grandi e di colore violaceo.​

I carciofi sono originari del Mediterraneo e prediligono climi temperati, terreni ben drenati e ricchi di sostanze organiche, e una posizione soleggiata.

Raccolta

La raccolta dei carciofi si effettua principalmente nella stagione primaverile, anche se alcune varietà possono essere raccolte in autunno. La raccolta avviene quando i capolini sono ben formati ma ancora chiusi, per garantire la massima tenerezza e il miglior sapore. Deve avvenire preferibilmente al mattino, in condizioni di bassa umidità, per ridurre il rischio di deterioramento. Le parti utilizzate in fitoterapia includono principalmente le foglie, raccolte durante o poco prima della fioritura, quando il contenuto di principi attivi è al suo apice.

Modalità d’uso

In fitoterapia, il carciofo è noto per le sue proprietà coleretiche, colagoghe, ipolipemizzanti e antiossidanti.

  • Infuso: si utilizzano generalmente 1-2 cucchiaini di foglie secche di carciofo per tazza di acqua bollente. Si lascia in infusione per circa 10-15 minuti. Si può bere fino a 2-3 tazze al giorno.
  • Estratto secco: gli estratti secchi di carciofo sono disponibili in forma di capsule o compresse. La posologia tipica prevede l’assunzione di 300-600 mg di estratto secco tre volte al giorno, prima dei pasti. Utile per stimolare la funzione epatica e favorire la diuresi.
  • Tintura: la tintura di carciofo si assume generalmente in dosi di 20-40 gocce diluite in acqua, tre volte al giorno. È particolarmente indicata per favorire la funzione digestiva e epatica.

Utilizzo tradizionale

Storicamente, il carciofo è stato utilizzato fin dall’antichità in Europa e nel bacino del Mediterraneo per le sue proprietà medicinali e nutrizionali. Gli antichi greci e romani consumavano il carciofo per le sue proprietà diuretiche e come aiuto nella digestione. Nel corso dei secoli, il carciofo ha mantenuto la sua reputazione come rimedio naturale per vari disturbi digestivi e per migliorare le funzioni epatiche e biliari.

Ricerca scientifica

L’estratto di foglie di carciofo (Artichoke Leaf Extract, ALE) è ricco di composti bioattivi, in particolare acidi caffeilchinici (tra cui la cinarina, un acido dicaffeilchinico) e glucosidi della luteolina. L’acido clorogenico rappresenta il principale acido monocaffeilchinico, mentre il luteolina-7-O-glucoside è tra i flavonoidi più abbondanti. Questi composti hanno mostrato un ampio spettro di attività biologiche [1, 2].

Azione antiossidante

Numerosi studi hanno evidenziato la marcata attività antiossidante dell’ALE, attribuita alla capacità dei suoi polifenoli di neutralizzare i radicali liberi e chelare metalli di transizione. Questo contribuisce a proteggere le cellule dallo stress ossidativo e dai danni a livello lipidico e proteico [1, 2, 3, 4, 5].

Azione ipoglicemica

L’ALE ha dimostrato un effetto ipoglicemizzante significativo, probabilmente dovuto alla modulazione di enzimi coinvolti nella regolazione del glucosio ematico. In modelli animali, è stata osservata una riduzione della glicemia a digiuno e un miglioramento della sensibilità insulinica [6, 7, 8, 9].

Azione ipocolesterolemizzante

L’assunzione di ALE è associata alla riduzione dei livelli di colesterolo totale, LDL e trigliceridi, contribuendo alla prevenzione di patologie cardiovascolari. Tali effetti sono in parte mediati dalla luteolina e dagli acidi dicaffeilchinici, che inibiscono la sintesi endogena del colesterolo [10, 11].

Azione epatoprotettrice

L’ALE ha mostrato proprietà protettive nei confronti degli epatociti, contrastando i danni indotti da sostanze tossiche e sostenendo la funzionalità epatica. Il meccanismo sembra coinvolgere sia l’aumento della produzione di bile sia l’inibizione del danno ossidativo a carico delle cellule epatiche [12].

Effetti antiaterosclerotici

In modelli sperimentali, l’ALE ha ridotto la formazione di placche aterosclerotiche, effetto legato alla sua capacità di limitare l’ossidazione delle LDL e ridurre l’infiammazione endoteliale, fattori chiave nella genesi dell’aterosclerosi [13].

Azione prebiotica/probiotica

L’inulina sembra avere un potenziale prebiotico, come confermato da studi in vitro e in vivo, infatti sembra favorire la crescita di batteri benefici come Bifidobacterium bifidum, promuovendo l’equilibrio del microbiota intestinale [14].

Azione coleretica

L’ALE stimola la secrezione biliare, risultando utile nel trattamento della dispepsia funzionale. Questo effetto è attribuito soprattutto alla cinarina, che migliora il flusso biliare e la funzionalità digestiva [1, 15].

Azione genotossica

Alcuni studi hanno evidenziato che dosi molto elevate di ALE possono avere effetti mutageni in vitro, sebbene a dosaggi terapeutici si osservino piuttosto effetti protettivi sul DNA cellulare, grazie all’attività antiossidante [16].

Chemiopreventiva

Composti come rutina, quercetina e acido gallico, presenti nell’ALE, mostrano attività antiproliferativa e pro-apoptotica su diverse linee cellulari tumorali. Questi effetti suggeriscono un potenziale ruolo nel supporto alla prevenzione oncologica [17].

Attività anti-infiammatoria

L’ALE ha dimostrato di modulare positivamente marker infiammatori sistemici. L’integrazione in modelli sperimentali di steatosi epatica non alcolica (NAFLD) ha prodotto una riduzione significativa dello stato infiammatorio [18, 19].

Azione digestiva

L’elevata concentrazione di cinarina favorisce la produzione di bile, facilitando la digestione dei lipidi e l’assorbimento delle vitamine liposolubili. L’ALE è utilizzato anche nella gestione della sindrome dell’intestino irritabile e della dispepsia [11].

Proprietà cardioprotettiva

L’azione sinergica tra i flavonoidi e gli acidi fenolici dell’ALE contribuisce alla riduzione di colesterolo e trigliceridi sierici. Questi effetti, insieme alla riduzione dello stress ossidativo, supportano l’uso dell’ALE nella prevenzione dell’aterosclerosi e delle malattie coronariche [20].

Avvertenze e controindicazioni

L’uso del carciofo è controindicato in caso di allergia nota alla pianta o ad altri membri della famiglia delle Asteraceae. È sconsigliato in gravidanza e allattamento, se non dietro indicazione medica.
Va evitato in fase pre-operatoria e in presenza di calcolosi delle vie biliari, per il rischio di coliche.
Può interagire con farmaci gastrolesivi e preparati amari, e può risultare irritante per la mucosa gastrointestinale, specialmente in soggetti sensibili.

Riferimenti

  1. Wang M, Simon JE, Aviles IF, Zheng HeK QY, Tadmor Y (2003) Analysis of antioxidative phenolic compounds in artichoke (Cynara scolymus L.). J Agric Food Chem 51:601–608
  2. Liorach R, Espin JC, Tomas-Barberan FA, Ferreres F (2002) Artichoke byproducts as a potential source of health-promoting antioxidant phenolics. J Agric Food Chem 50:58–64
  3. Kraft K (1997) Artichoke leaf extract–recent findings reflecting effects on lipid metabolism, liver, and gastrointestinal tracts. Phytomedicine 43:69–78
  4. Gebhardt R (1997). Antioxidative and protective properties of extracts from leaves of the artichoke (Cynara scolymus L.) against hydroperoxide-induced oxidative stress in cultured rat hepatocytes. Toxicology and Applied Pharmacology, 144(2), 279–286.
  5. McDougall B, King PJ, Wu BW, Hostomsky Z, Reinecke MG, Robinson WE (1998). Dicaffeoylquinic and dicaffeoyltartaric acids were selective inhibitors of human immunodeficiency virus type 1 integrase. Antimicrobial Agents and Chemotherapy, 42(1), 140–146.
  6. Kazi TG, Afridi HI, Kazi N, Jamali MK, Arain MB, Jalbani N, Kandhro GA (2008). Copper, chromium, manganese, iron, nickel, and zinc levels in biological samples of diabetes mellitus patients. Biological Trace Element Research, 122(2), 1–18.
  7. Moon YS, Kashyap ML (2004). Pharmacologic treatment of type 2 diabetic dyslipidemia. Pharmacotherapy, 24(12), 1696–1713.
  8. Gupta S, Kataria M, Gupta PK, Murganandan S, Yashroy RC (2004). Protective role of extracts of neem seeds in diabetes caused by streptozotocin in rats. Journal of Ethnopharmacology, 90(2-3), 185–189.
  9. Vats V, Grover JK, Rathi SS (2002). Evaluation of anti-hyperglycemic and hypoglycemic effect of Trigonella foenum-graecum Linn, Ocimum sanctum Linn and Pterocarpus marsupium Linn in normal and alloxanized diabetic rats. Journal of Ethnopharmacology, 79(1), 95–100.
  10. Heckers H, Dittmar K, Schmahl FW, Huth K (1977). Inefficiency of cynarin as therapeutic regimen in familial type II hyperlipoproteinemia. Atherosclerosis, 26(1), 49–53.
  11. Gebhardt R (1996). Inhibition of hepatic cholesterol biosynthesis by artichoke leaf extracts is mainly due to luteolin. Cell Biology and Toxicology, 10(2), 89–150.
  12. Kulza M, Adamska K, Seńczuk-Przybyłowska M et al (2010). Globe artichokes and the liver. Phytomedicine, 17(14), 1122–1126.
  13. Samochowiec L (1959) Investigations on experimental atheroscle-rosis. Part XV. The effect of Cynara scolymus L and Cynara cardunculus L on the development of experimental atherosclerosis in white rats Dissertationes. Pharmaceutica 11:99–13
  14. Valerio F, De Bellis P, Lonigro SL, Morelli L, Visconti A, Lavermicocca P (2006) In vitro and in vivo survival and transit tolerance of potentially probiotic strains carried by artichokes in the gastrointestinal tract. Appl Environ Microbiol 72:3042–3045
  15. Matuschowski JP (1996) Testing of Cynara scolymus in the isolated perfused rat liver. 43rd Ann Congr Soc Med Plant Res 10:103–107
  16. Jacociunas LV, Rodrigues d’Andrade HH, Lehmann M, Pedersini LW (2013) Protective activity of Cynara scolymus L. leaf extract against chemically induced complex genomic alteration in CHO cells. Phytomedicine 20:1131–1134
  17. Nadova E, Miadokova P, Mucaji D, Grancai LC (2008) Growth inhibitory effect of ethyl acetate-soluble fraction of Cynara cardunculus L. in leukemia cells involves cell arrest, cytochrome c release and activiation of caspases. Phytother Res 22:165–800
  18. Paschos P, Paletas K (2009) Non-alcoholic fatty liver disease and metabolic syndrome. Hippokratia 10:19–19
  19. Preiss D, Sattar N (2008) Non-alcoholic fatty liver disease: an over- view of prevalence, diagnosis, pathogenesis and treatment consid- erations. Clin Sci 115:141–150
  20. Stoev SD, Anguelov G, Ivanov I, Pavlov D (2000) Influence of ochratoxin A and an extract of artichoke on the vaccinal immunity and health in broiler chicks. Exp Toxicol Pathol 52:43–55
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