Scheda pubblicata il 31 gennaio 2024
Di: Redazione di Wikiherbalist

Le saponine sono un gruppo eterogeneo di glicosidi ampiamente distribuiti nel regno vegetale, specialmente nei legumi come soia, ceci e fagioli, ma anche in numerose erbe medicinali. Esempi noti includono la saponaria comune e il ginseng, entrambe fonti ricche di questi composti. Il loro nome deriva dalla capacità di formare una schiuma saponosa quando agitate in acqua.
Le saponine svolgono diverse funzioni biologiche e possono avere effetti terapeutici, ma anche potenzialmente tossici, come l’emolisi dei globuli rossi.
Le saponine sono composti anfipatici: presentano una doppia struttura formata da una parte idrofoba (l’aglicone, di natura isoprenoide) e una parte idrofila (il glicone, composto da una catena zuccherina). Questa caratteristica permette loro di interagire sia con i lipidi che con l’acqua.
Dal punto di vista chimico, si distinguono in due grandi gruppi:
In base al numero di catene zuccherine presenti, si classificano in:
Inoltre, la denominazione cambia in base al tipo di zucchero coinvolto: si parla di glucosidi se è presente il glucosio e di galattosidi in presenza di galattosio.
Accanto alle fonti naturali, oggi esistono saponine sintetiche, ottenute sia tramite modificazione chimica di molecole naturali che mediante sintesi de novo. Composti come l’oleanano e l’ursano possono essere prodotti in laboratorio, seppure con limiti tecnici (come rese basse e purezze non ottimali). Tuttavia, i progressi nella sintesi mirata stanno aprendo nuove possibilità per personalizzare le saponine in base all’uso terapeutico.
Nel regno vegetale, le saponine giocano un ruolo difensivo contro patogeni, agendo come fitoncidi o antibiotici naturali una volta attivati dagli enzimi endogeni. Quando ingerite, influenzano in modo significativo il metabolismo e la salute degli animali, compreso l’uomo.
La biosintesi delle saponine inizia dallo squalene, che attraverso reazioni enzimatiche viene convertito in 2,3-oxidosqualene, un precursore chiave nella formazione di triterpeni e steroidi. L’aggiunta di catene zuccherine a queste strutture genera le diverse varianti di saponine.
Le moderne tecniche di estrazione, come l’uso di microonde o ultrasuoni, facilitano l’isolamento delle saponine per studi di laboratorio e applicazioni pratiche.
Le saponine hanno suscitato un forte interesse per i loro effetti ipocolesterolemizzanti, poiché riducono l’assorbimento di colesterolo interagendo con acidi biliari e grassi alimentari. Alcuni studi hanno evidenziato un potenziale effetto antivirale, con riferimento anche al virus SARS-CoV-2 (responsabile del COVID-19), per la loro capacità di inibire l’ingresso virale nelle cellule e di stimolare il sistema immunitario.
Sono oggetto di studio anche per le possibili proprietà antitumorali, in quanto sembrano inibire la proliferazione cellulare, l’angiogenesi e indurre apoptosi nelle cellule tumorali.
Per la loro capacità immunomodulante, vengono impiegate anche come adiuvanti vaccinali.
Nonostante i numerosi benefici, le saponine presentano potenziali effetti tossici, soprattutto se somministrate per via endovenosa. La tossicità per via orale è tuttavia molto ridotta, e la cottura o altri processi tecnologici degradano le forme più attive senza comprometterne i benefici.
La ricerca sta attivamente studiando saponine a bassa tossicità, aprendo prospettive per un impiego più sicuro in campo oncologico e antivirale.
Le saponine sono naturalmente presenti in moltissime piante alimentari e medicinali. Tra le fonti più ricche troviamo: