Indice

Proprietà terapeutiche

  • Ansiolitica
  • Antidiabetica
  • Antimicotica
  • Antinfiammatoria
  • Antisettica
  • Antivirale
  • Astringente
  • Cicatrizzante
  • Diuretica
  • Emmenagoga

Nome scientifico

Lilium candidum L.

Parti usate

Bulbi

Fiori

Nome comune

Giglio candido

Giglio bianco

Giglio della Madonna

Giglio di Sant’Antonio

Giglio di San Luigi

Bastone di San Giuseppe

Fitochimica

Il Lilium candidum presenta un profilo fitochimico variegato, comprendente numerosi composti attivi. Sono stati identificati terpeni, tra cui kaempferolo, linalolo, citronellale, cariofillene, umulene e nerolidolo (quest’ultimo frequentemente riportato in letteratura con la grafia “neridiolo”). Tra i flavonoidi, il kaempferolo risulta particolarmente abbondante e può contribuire all’attività antiossidante della pianta. Sono presenti inoltre steroli vegetali, glucosidi e saponine, quest’ultime notoriamente dotate di attività antimicrobica e immunomodulante.

Tra gli altri costituenti rilevanti troviamo fenilpropanoidi, mucillagini ad azione emolliente, tannini dalle proprietà astringenti, alcaloidi, polisaccaridi, nonché gliceridi e glicerolo. Questo fitocomplesso rende il giglio candido una pianta di interesse terapeutico per diverse applicazioni.

Botanica

Il Lilium candidum è una pianta bulbosa perenne appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Originaria del Medio Oriente e della regione balcanica, è stata introdotta anche in Europa, Africa, Nord e Sud America.
Il fusto, che presenta un elevato numero di foglie allungate a disposizione alterna oppure verticellate, solitamente arriva a misurare 1,2 metri, ma talvolta può raggiungere anche i 2 metri. I bulbi si formano a livello del suolo. Al contrario di altre specie di gigli, durante i mesi invernali alla base del fusto si forma una rosetta di foglie che moriranno l’estate successiva.
I grandi fiori imbutiformi a 6 tepali, dal caratteristico colore bianco tendente al giallo alla base del calice, fioriscono da maggio a giugno sprigionando un profumo dolce e intenso e arrivando a un diametro di 8-12 cm. Le antere sono molto evidenti, ricche di polline e di uno sgargiante colore giallo-aranciato.

Raccolta

I tepali si raccolgono nel periodo di massima fioritura, cioè tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate, e vanno fatti essiccare all’ombra. Terminata l’estate anche i bulbi sono pronti per essere colti e poi asciugati al sole dopo averne staccato una a una le scaglie.

Modalità d’uso

  • Cataplasma: cuocere il bulbo sotto la cenere calda del caminetto, tagliarlo a fette e applicarlo sulla parte da trattare (foruncoli, verruche ecc.).
  • Per lenire infiammazioni cutanee, scottature o prurito si può utilizzare la polpa del bulbo fresco.
  • Tintura: frizionare delicatamente la pelle interessata da scottature, dermatosi o eczemi con un olio preparato aggiungendo 10 g di tepali a 100 ml di olio d’oliva.

Utilizzo tradizionale

Lilium candidum L. viene adoperato da lungo tempo nella medicina tradizionale, in particolare per le sue proprietà benefiche a livello dermatologico e antinfiammatorio. In alcune zone della Sardegna si prepara un decotto con i bulbi messi ammollo nel latte da applicare sul petto, mentre i tepali vengono immersi nell’alcol come rimedio per le ferite; per contrastare la mastite, inoltre, si ricorre a un olio estratto dalle infiorescenze [1]. Questi oli essenziali hanno inoltre proprietà rilassanti e vengono impiegati per favorire il sonno.
Nella provincia di Lucca l’herpes viene curato grazie ai bulbi, utilizzati insieme ai fiori anche per trattare malattie della pelle e delle articolazioni. In Catalogna e nella zona orientale dei Pirenei Lilium candidum L. si usa come antinfiammatorio [2]. Nella cosmesi viene impiegato sotto forma di creme e oli per contrastare brufoli, acne e macchie scure della pelle.

Ricerca scientifica

Studi scientifici hanno confermato le proprietà antinfiammatorie e antidiabetiche degli estratti di Lilium candidum L. [3]. La letteratura ha inoltre individuato proprietà antitumorali nei campioni analizzati, i quali mostravano effetti citotossici sulle cellule del carcinoma mammario umano [4]. Gli estratti metanolici dei fiori contengono ingredienti attivi con potenziali effetti epatoprotettivi [5].
Sono inoltre note proprietà antifungine [6] e antivirali [7].

Avvertenze e controindicazioni

Al momento non ci sono evidenze documentate di tossicità associata all’impiego di Lilium candidum L. in ambito fitoterapico.

Riferimenti

  1. Bruni, A., Ballero, M., & Poli, F. (1997). Quantitative ethnopharmacological study of the Campidano valley and Urzulei district, Sardinia, Italy. Journal of Ethnopharmacology, doi: 10.1016/S0378-8741(97)00055-X.
  2. Pieroni, A. (2000). Medicinal plants and food medicines in the folk traditions of the upper Lucca province, Italy. Journal of Ethnopharmacology, doi: 10.1016/S0378-8741(99)00207.
  3. Zaccai, M., Yarmolinsky, L., Khalfin, B., Budovsky, A., Gorelick, J., Dahan, A., & Ben-Shabat, S. (2020). Medicinal properties of Lilium candidum L. and its phytochemicals. Plants (Basel), doi: 10.3390/plants9080959.
  4. Tokgun, O., Akca, H., Mammadov, R., Aykurt, C., & Deniz, G. (2012). Convolvulus galaticus, Crocus antalyensis, and Lilium candidum extracts show their antitumor activity through induction of p53-mediated apoptosis on human breast cancer cell line MCF-7 cells. Journal of Medicinal Food, doi: 10.1089/jmf.2012.0050.
  5. Devi, N. I., Kumar, S. N., & Rajaram, C. (2016). Evaluation of hepatoprotective activity of Lilium candidum L. in experimental animal models. World Journal of Pharmaceutical Research.
  6. Mucaji, P., Hudecova, D., Haladova, M., & Eisenreichová, E. (2002). Anti-yeast activity of ethanol extracts of Lilium candidum L. Ceska Slov. Farm.
  7. Yarmolinsky, L., Zaccai, M., Ben-Shabat, S., Mills, D., & Huleihel, M. (2009). Antiviral activity of ethanol extracts of Ficus binjamina and Lilium candidum in vitro. New Biotechnology, doi: 10.1016/j.nbt.2009.08.005.
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