Indice

Proprietà terapeutiche

  • Analgesica
  • Ansiolitica
  • Coleretica
  • Sedativa

Nome scientifico

Eschscholzia californica Cham.

Parti usate

Parti aeree fiorite (Eschscholzia californica Cham. herba)

Nome comune

Escolzia

Papavero della California

Fitochimica

L’Eschscholzia californica è particolarmente ricca di alcaloidi (tra cui californidina, escholtzina, protopina, chelidonina, N-metillaurotetanina, allocriptopina, sanguinarina, glaugina, reticulina, cheleritrina, berberina), considerati i principali principi attivi della pianta.
Ogni alcaloide presenta una propria attività farmacologica:

  • Protopina: attività bradicardizzante e antispasmodica
  • Chelidonina: proprietà antispasmodiche e coleretiche
  • Sanguinarina: modula il sistema nervoso simpatico
  • Escholtzina: ad azione depressiva sul sistema nervoso centrale
  • Glaugina: azione sedativa sulla tosse
  • Berberina: effetti sedativi centrali e attività citotossica

Oltre agli alcaloidi, la pianta contiene anche:

La sinergia di questi composti giustifica l’uso tradizionale della pianta come sedativo naturale, soprattutto in disturbi legati all’ansia, all’insonnia e alla tensione viscerale. [1].

Botanica

L’escolzia è una piccola pianta erbacea perenne originaria dell’America del Nord (California e Messico) e particolarmente diffusa negli stati verso il Pacifico (California, Oregon, Arizona). Appartiene alla stessa famiglia del ben noto papavero da oppio.
Cresce spontanea (in corrispondenza di dune costiere, in pianura, in valli aride) prediligendo ambienti soleggiati ma viene anche coltivata (annualmente a cicli brevi di 2-5 mesi) sia in America che in alcuni paesi europei in giardini ornamentali.
I suoi fusti sono prostrati e ramificati e possono formare cespugli verde glauco di un’altezza di 50 cm;
le foglie sono glauche, alterne, incise e picciolate;
i fiori sono solitari con numerosi stami; la corolla è formata da 4 petali obovati di colore giallo-arancio;
il calice è composto da 2 sepali saldati in un cappuccio;
l’ovario si trasforma in una capsula (frutto) lineare che si divide in 2 valve di lunghezza 6-10 cm, contenenti numerosi semi.

Raccolta

La raccolta delle parti aeree avviene durante la fioritura (si usano le parti aeree fresche) infatti il tempo balsamico della pianta è generalmente l’inizio dell’estate, 2-3 mesi dopo la semina.

Modalità d’uso

Al momento non esistono prove cliniche sufficienti per stabilire una dose standardizzata di Eschscholzia californica. Tuttavia, la monografia dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) [2] descrive varie possibilità di utilizzo dell’escolzia relative agli adulti:
– per alleviare i sintomi da stress mentale si consigliano le parti aeree essiccate e polverizzate alle dosi da 480 a 600 mg da assumere 2 volte al giorno. Con una dose giornaliera massima di 1500 mg.
per favorire il sonno: assumere la stessa dose 2 volte al giorno (una dose a cena e una circa 30-60 minuti prima di coricarsi).
Secondo alcuni studi, per ottenere effetti rilevanti (considerando i bassi livelli di alcaloidi rilevati nelle parti aeree), può essere necessario superare 1 g di pianta essiccata prima di coricarsi, oppure associarla ad altre piante sedative [3] (es. valeriana, passiflora, ecc.).

L’EMA afferma ancora che: per i bambini e per gli adolescenti sotto i 18 anni l’uso non è raccomandato, salvo diversa indicazione medica.
Va notato, infatti, come un Supplemento del 2007 della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale riporta l’escolzia come una pianta utilizzabile nel trattamento dei disturbi nervosi quali ansia ed insonnia: per l’attività sedativa benzodiazepino-simile ed ansiolitica, viene consigliata per indurre e prolungare il sonno nei casi di media o lieve gravità. Viene somministrata in forma di estratto secco alla dose di 5-6 mg/Kg/die. (titolato in alcaloidi totali espressi come protopina non inferiore allo 0,35% o di californidina allo 0,50%) da assumere 20-30 minuti prima di andare a dormire [4].
 
Se i sintomi per i quali si utilizza l’escolzia persistono ancora per oltre due settimane si consiglia di consultare il medico e/o il farmacista che potranno capire il reale bisogno.

Si può trovare sotto forma di:
estratto secco in capsule o compresse
estratto idroalcolico o TM (in genere si assumono X gocce, in base al preparato, per 2-3 volte al giorno oppure concentrate in un solo momento della giornata, come la sera);
infuso: circa 1 cucchiaino da caffè di escolzia da lasciare in infusione in una tazza di acqua calda circa 10-15 minuti da preparare 1-2 volte al giorno.

Utilizzo tradizionale

Tradizionalmente utilizzato per: stati spastici della muscolatura liscia dei visceri addominali, somatizzazioni viscerali dell’ansia, insonnia [1].
Ad oggi, impiegato comunemente per:
favorire il sonno: l’escolzia grazie ai suoi principi attivi ipnotici (alcaloidi) inibisce blandamente l’attività della corteccia cerebrale, inducendo l’addormentamento (azione ipnoinducente). La sua azione si esplica principalmente nell’insonnia iniziale, fase in cui si ha difficoltà ad addormentarsi.
rilassante e calmante: da assumere come monocomponente o in associazione ad altre piante (passiflora e/o valeriana e/o biancospino e/o altre personalizzando la terapia in base al bisogno del paziente) durante la giornata o solo in serata così da raggiungere uno stato di tranquillità utile anche a conciliare il sonno. Utile in caso di palpitazioni, ansietà, irritabilità.

Ricerca scientifica

Azione sedativa ed ansiolitica: negli animali, gli effetti sedativi si hanno a dosi più elevate, mentre gli effetti ansiolitici sono predominanti a intervalli di dosaggio più bassi. Gli effetti ansiolitici sono stati osservati nei topi a 25 mg/kg, mentre effetti sedativi a dosi superiori a 100 mg/kg. Secondo le equivalenze tra dosi animali e umane, queste corrispondono rispettivamente a circa 2 mg/kg e 8 mg/kg per un essere umano adulto [5, 6].
Studi sulla locomozione hanno dimostrato che un estratto acquoso di E. californica Cham. ha ridotto significativamente l’attività di movimento spontaneo a dosi >100 mg/kg nei topi [7].

Controllo di reazioni indesiderate durante il trattamento del tabagismo: molti studi evidenziano il supporto che la fitoterapia, tra cui piante calmanti e blandamente sedative come l’escolzia, può dare in caso di pazienti in fase di craving (ricerca impellente della “sostanza” di cui ci si sta disintossicando) andando a contenere eventuali reazioni indesiderate [8].

Azione antinevralgica: l’uso tradizionale di escolzia come miorilassante e sedativo è confermato dai risultati ottenuti in test farmacologici adottati in vivo e in vitro e, dal punto di vista fitochimico, è stato possibile identificare e isolare diverse frazioni attive responsabili degli effetti farmacologici centrali o periferici [9].

Uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo ha valutato l’efficacia e la sicurezza di una combinazione fissa contenente Crataegus oxyacantha, Eschscholtzia californica e magnesio nei disturbi d’ansia da lievi a moderati: i punteggi totali e somatici della scala Hamilton e l’ansia soggettiva valutata dal paziente sono diminuiti durante il trattamento, indicando un miglioramento clinico. La diminuzione dell’ansia è stata maggiore nel farmaco in studio rispetto al gruppo placebo [10].

Avvertenze e controindicazioni

La sicurezza durante l’allattamento e la gravidanza non è stata stabilita e non ci sono dati sufficienti, perciò non ne è raccomandato l’utilizzo. Non ci sono dati sulla fertilità.
L’uso nei bambini e adolescenti non è consigliato, salva diversa indicazione medica.
Non assumere in caso di ipotensione o ipersensibilità ad uno o più componenti.
Può indurre sonnolenza e ridurre lo stato di vigilanza, infatti, può compromettere la capacità di guidare e usare macchinari.
Può potenziare l’effetto di farmaci ansiolitici, calmanti, ipnotici, ipotensivi; se ne sconsiglia l’associazione.

Riferimenti

  1. Firenzuoli, F. (2000). Le 100 erbe della salute. Tecniche nuove.
  2. European Medicines Agency. (2015). Final European Union herbal monograph on Eschscholzia californica Cham., herba [PDF].
  3. Fedurco, M., Gregorová, J., Šebrlová, K., Kantorová, J., Peš, O., Baur, R., Sigel, E., & Táborská, E. (2015). Modulatory Effects of Eschscholzia californica Alkaloids on Recombinant GABAA Receptors. Biochemistry research international, 2015, 617620. https://doi.org/10.1155/2015/617620
  4. Caramia, G. Come il Pediatra può integrare i fitoterapici con i farmaci di sintesi.
  5. Rolland, A., Fleurentin, J., Lanhers, M. C., Younos, C., Misslin, R., Mortier, F., & Pelt, J. M. (1991). Behavioural effects of the American traditional plant Eschscholzia californica: sedative and anxiolytic properties. Planta medica, 57(3), 212–216. https://doi.org/10.1055/s-2006-960076
  6. Shin, J. W., Seol, I. C., & Son, C. G. (2010). Interpretation of animal dose and human equivalent dose for drug development. 대한한의학회지, 31(3), 1-7.
  7. Beck, M.-A., & Häberlein, H. (1999). Flavonol glycosides from Eschscholtzia californica. Phytochemistry, 50(2), 329-332. https://doi.org/10.1016/S0031-9422(98)00503-2
  8. Nagy, A., Mangiaracina, L., & Mangiaracina, G. Ruolo della fitoterapia nel trattamento del tabagismo.
  9. Battista, L., D Ettore, A., Vallone, M., Caggiano, F., Vallone, R., Buonanno, G., & Tolino, A. (2007). Terapia naturale delle vulvovaginiti nelle varie fasce di eta: nostra esperienza. GIORNALE ITALIANO DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA, 29 (5), 183.
  10. Hanus, M., Lafon, J., & Mathieu, M. (2004). Double-blind, randomised, placebo-controlled study to evaluate the efficacy and safety of a fixed combination containing two plant extracts (Crataegus oxyacantha and Eschscholtzia californica) and magnesium in mild-to-moderate anxiety disorders. Current medical research and opinion, 20(1), 63–71. https://doi.org/10.1185/030079903125002603
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