Fitochimica
Echium vulgare è una pianta ricca di composti bioattivi, tra cui alcaloidi, flavonoidi, acidi fenolici e altri metaboliti secondari.
Le parti aeree della pianta contengono polifenoli e alcaloidi pirrolizidinici, come l’heliosupina, che possono essere epatotossici se assunti in grandi quantità o per periodi prolungati. Questi composti sono presenti in tutte le parti della pianta e possono anche contaminare il miele prodotto dalle api che visitano i fiori di Echium vulgare.
Gli estratti metanolici di Echium vulgare sono particolarmente ricchi di composti fenolici e flavonoidi, a cui si attribuiscono le sue proprietà antiossidanti. Tra i principali composti fenolici identificati tramite HPLC vi sono l’acido gallico, l’acido benzoico, l’acido isoferulico, l’acido ellagico e l’acido clorogenico. I flavonoidi predominanti includono la quercetina, la rutina, l’esperetina, l’esperidina, l’apigenina e la naringina [5].
Oltre ai composti sopra menzionati, Echium vulgare contiene mucillagini, che contribuiscono alle sue proprietà emollienti, e steroli vegetali, come il campesterolo e il sitosterolo, che possono avere effetti benefici sul metabolismo lipidico.
I pigmenti rossi alkannina e shikonina, localizzati nella corteccia della radice, mostrano attività antimicrobica, antinfiammatoria e antitumorale, e sono stati impiegati clinicamente per trattare condizioni cutanee, disordini circolatori come la flebite, e edemi localizzati [6].




