Indice

Proprietà terapeutiche

  • Ansiolitica
  • Antinfiammatoria
  • Antiossidante
  • Diuretica
  • Espettorante
  • Sedativa

Nome scientifico

Echium vulgare L.

Parti usate

Foglie

Fiori

Radice

Nome comune

Viperina

Viperina azzurra

Fitochimica

Echium vulgare è una pianta ricca di composti bioattivi, tra cui alcaloidi, flavonoidi, acidi fenolici e altri metaboliti secondari.
Le parti aeree della pianta contengono polifenoli e alcaloidi pirrolizidinici, come l’heliosupina, che possono essere epatotossici se assunti in grandi quantità o per periodi prolungati. Questi composti sono presenti in tutte le parti della pianta e possono anche contaminare il miele prodotto dalle api che visitano i fiori di Echium vulgare.
Gli estratti metanolici di Echium vulgare sono particolarmente ricchi di composti fenolici e flavonoidi, a cui si attribuiscono le sue proprietà antiossidanti. Tra i principali composti fenolici identificati tramite HPLC vi sono l’acido gallico, l’acido benzoico, l’acido isoferulico, l’acido ellagico e l’acido clorogenico. I flavonoidi predominanti includono la quercetina, la rutina, l’esperetina, l’esperidina, l’apigenina e la naringina [5].
Oltre ai composti sopra menzionati, Echium vulgare contiene mucillagini, che contribuiscono alle sue proprietà emollienti, e steroli vegetali, come il campesterolo e il sitosterolo, che possono avere effetti benefici sul metabolismo lipidico.
I pigmenti rossi alkannina e shikonina, localizzati nella corteccia della radice, mostrano attività antimicrobica, antinfiammatoria e antitumorale, e sono stati impiegati clinicamente per trattare condizioni cutanee, disordini circolatori come la flebite, e edemi localizzati [6].

Botanica

La Viperina, il cui nome scientifico è Echium vulgare, è una pianta erbacea biennale o perenne, appartenente alla famiglia delle Boraginaceae, che può raggiungere un’altezza compresa tra i 30 e i 90 cm. Il suo fusto, eretto e ramoso, presenta da 1 a 20 steli fioriferi, tutti ricoperti da una fitta peluria (pubescenza), caratteristica comune alle Boraginaceae.

Alla base si sviluppa una rosetta basale di foglie dalla forma oblanceolata a lineare-spatolata, la cui superficie è cosparsa di piccoli tubercoli e ricoperta da una peluria morbida. Le foglie cauline (lungo il fusto) sono invece alternate, sessili, con una forma più arrotondata e dimensioni decrescenti man mano che si sale verso l’apice del fusto.

L’infiorescenza è costituita da grappoli che si raggruppano a formare una pannocchia racemosa, lassa e con morfologia cilindro-piramidale. I fiori, sostenuti da un calice lineare-acuminato lungo 4-5 mm, presentano una corolla campanulata di colore azzurro-viola, talvolta con sfumature rosate o rossastre. La corolla è zigomorfa, con 5 lobi diseguali: i due posteriori sono più lunghi, mentre il lobo mediano e i due anteriori sono più piccoli e ripiegati all’indietro.

Gli stami sono riflessi, inseriti all’interno del tubo della corolla, e più lunghi della corolla stessa. Sono sostenuti da filamenti glabri lunghi 2-3,5 mm. Il pistillo, organo femminile del fiore, presenta uno stilo bifido ed esile, di lunghezza superiore agli stami.

Il frutto è composto da quattro nucule angolose, contenute da sepali sottili, e presenta una superficie con evidenti linee in rilievo.

Raccolta

La fioritura della Viperina avviene solitamente dalla tarda primavera fino alla fine dell’estate, con un picco nei mesi più caldi. Questo intervallo può variare in base alle condizioni climatiche locali.
Per uso fitoterapico si raccolgono principalmente i fiori, nel pieno della fioritura, e le foglie, preferibilmente nelle prime ore del mattino, quando la concentrazione dei principi attivi è maggiore. In alcuni casi vengono utilizzate anche le radici, da raccogliere in autunno o all’inizio della primavera, quando la pianta è in fase di riposo vegetativo e gli attivi si concentrano nell’apparato sotterraneo.
Il materiale raccolto va essiccato all’ombra, in luoghi asciutti e ben ventilati, per preservare le proprietà.

Modalità d’uso

  • Infuso: versare 1,5 g di fiori essiccati in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione per 5 minuti, filtrare e consumare anche freddo. Si possono bere fino a 4 tazze al giorno

Altri usi tradizionali non sono ben documentati con dosaggi precisi; pertanto, si consiglia cautela e sempre il parere di un professionista qualificato prima dell’impiego.

Utilizzo tradizionale

La Viperina è una pianta commestibile, i cui fiori colorati venivano impiegati come decorazione per piatti e dolci. Le foglie giovani e tenere erano consumate cotte, in modo simile agli spinaci, mentre l’uso crudo è stato evitato per via della peluria e della presenza di alcaloidi potenzialmente tossici. Il frutto non è ritenuto edibile.

Le testimonianze sull’impiego tradizionale delle specie del genere Echium risalgono al 300 a.C. nell’area del Mediterraneo. Diverse fonti indicano un uso consolidato nella medicina popolare, grazie a proprietà sedative, antinfiammatorie, antiossidanti e ansiolitiche. La pianta è stata utilizzata per trattare abrasioni cutanee, ferite alle mani, morsi di vipera, punture di scorpione e disturbi nervosi lievi.
Dai tempi di Dioscoride, la pianta veniva consigliata, anche secondo la Dottrina delle Segnature, come rimedio preventivo e curativo contro i morsi di vipera, in particolare quelli di vipere maculate, e contro le punture di scorpione [6].

In particolare, la radice veniva impiegata per favorire la guarigione delle ferite, contusioni, distorsioni, strappi muscolari e lesioni ai legamenti. Foglie e fiori, invece, venivano usati come diuretico naturale e rimedio contro la tosse [1].

Ricerca scientifica

Attività antiossidante e antimicrobica

Un’analisi comparativa ha evidenziato che l’estratto metanolico di Echium vulgare possiede un’elevata attività antiossidante, attribuita alla ricchezza in composti fenolici e flavonoidi, come l’acido gallico e la rutina. Gli stessi estratti hanno mostrato attività antimicrobica contro vari ceppi batterici, inclusi Staphylococcus aureus ed Escherichia coli. [3].

Potenziale citotossico e antitumorale

Uno studio in vitro ha valutato le proprietà antiproliferative di diverse piante tra cui l’Echium vulgare dimostrando un potenziale effetto antitumorale in quattro differenti linee cellulari di cancro [2].
Uno studio ha valutato l’attività citotossica degli estratti di semi di Echium vulgare su linee cellulari di cancro al seno (MCF7) e al fegato (HepG2), riscontrando un effetto inibitorio sulla proliferazione cellulare, suggerendo un potenziale utilizzo in ambito oncologico [4]

Avvertenze e controindicazioni

Nonostante le numerose proprietà benefiche, l’uso di Echium vulgare non è privo di rischi.
La pianta contiene alcaloidi pirrolizidinici, composti noti per la loro potenziale epatotossicità. Queste sostanze possono accumularsi nell’organismo e causare danni al fegato, soprattutto se assunte in quantità elevate o per periodi prolungati.
Alcune persone possono manifestare reazioni allergiche dopo l’assunzione o l’applicazione cutanea, in particolare se sensibili o allergiche a specie della famiglia delle Boraginaceae.
L’impiego di Echium vulgare è fortemente sconsigliato in gravidanza e allattamento, in assenza di dati clinici certi sulla sicurezza d’uso in queste condizioni.
Si raccomanda sempre di consultare un professionista sanitario qualificato prima di utilizzare rimedi a base di piante medicinali, in particolare in presenza di patologie pregresse, trattamenti farmacologici in corso, gravidanza o allattamento.

Riferimenti

  1. Jin, J., Boersch, M., Nagarajan, A., Davey, A. K., & Zunk, M. (2020). Antioxidant Properties and Reported Ethnomedicinal Use of the Genus Echium (Boraginaceae). Antioxidants (Basel, Switzerland), 9(8), 722. https://doi.org/10.3390/antiox9080722
  2. Conforti, F., Ioele, G., Statti, G. A., Marrelli, M., Ragno, G., & Menichini, F. (2008). Antiproliferative activity against human tumor cell lines and toxicity test on Mediterranean dietary plants. Food and Chemical Toxicology, 46(10), 3325-3332.
  3. Boskovic, M., & Mandic, B. (2022). Influence of solvent type on the phenolic content and antimicrobial and antioxidant properties of Echium vulgare L. extracts. Farmacia, 70(4), 665–670.
  4. Yildirim, A., & Turker, A. U. (2023). Investigation of cytotoxic, antimicrobial and antioxidant activities of Echium vulgare L. seed extracts. International Journal of Natural and Life Sciences, 9(1), 1–10
  5. Alsanie, W. F., El-Hallous, E. I., Dessoky, E. S., & Ismail, I. A. (2018). Viper’s Bugloss (Echium vulgare L) extract as a natural antioxidant and its effect on hyperlipidemia. International Journal of Pharmaceutical and Phytopharmacological Research, 8(1), 81–89.
  6. Klemow, K. M., Clements, D. R., Threadgill, P. F., & Cavers, P. B. (2002). The biology of Canadian weeds. 116. Echium vulgare L. Canadian Journal of Plant Science, 82(1), 235–248. https://doi.org/10.4141/P01-058
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