Indice

Proprietà terapeutiche

  • Antidiabetica
  • Antinfiammatoria
  • Antiparassitaria
  • Gastroprotettrice
  • Neuro-protettiva

Nome scientifico

Artemisia absinthium L.

Parti usate

Foglie

Sommità fiorite

Nome comune

Assenzio maggiore

Assenzio

Fitochimica

L’assenzio maggiore (Artemisia absinthium) è ricco di principi attivi che ne determinano le principali attività farmacologiche. Tra i composti più rilevanti troviamo i lattoni sesquiterpenici, noti per il loro potenziale effetto amaro-tonico e antinfiammatorio, e i triterpenoidi come l’absintina, responsabile del gusto amaro tipico della pianta.
Importante anche il contenuto in flavonoidi, in particolare quercetina e i suoi glicosidi (come isoquercitrina e quercetina-3-O-glucosidi), noti per la loro azione antiossidante e vasoprotettrice.
L’olio essenziale di assenzio contiene un insieme variegato di terpenoidi, tra cui trans-tujone, mircene, linalolo, canfora e guaiazulene. Alcuni di questi, come il tujone, sono oggetto di attenzione per la loro potenziale neurotossicità a dosaggi elevati.
Sono presenti inoltre tannini, fenoli, resine, acidi organici (es. acido oleico) e diversi acidi fenolici, tra cui l’acido clorogenico, salicilico, vanillico e cumarico, con possibili effetti antiossidanti, antinfiammatori e antimicrobici.

Botanica

L’assenzio maggiore, comunemente chiamato semplicemente assenzio, è una pianta erbacea perenne (raramente annuale), appartenente alla famiglia delle Asteraceae, e originaria dell’Europa centro-meridionale. Vegeta spontaneamente in tutta la fascia mediterranea, spingendosi fino alla zona subalpina, dove colonizza ambienti aridi, incolti o marginali.
La pianta può superare il metro di altezza ed è facilmente riconoscibile per l’aroma pungente e aromatico, il sapore decisamente amaro e il tipico aspetto sericeo-argentato, dovuto alla fitta presenza di peli che ne rivestono la superficie.
Le foglie sono alterne, mediamente incise, grigio-verdi nella pagina superiore e bianco-tomentose inferiormente per via della fitta pubescenza. Le foglie basali sono tri-pennatifide, più o meno picciolate, mentre quelle cauline, più piccole (3–4 cm), sono bi-pennatifide e lineari.
I fiori, piccoli e di colore giallo, sono zigomorfi, tetra-ciclici e pentameri, riuniti in capolini subsessili globulari portati da lunghi peduncoli. Ogni fiore presenta un unico stilo terminante in uno stigma profondamente bifido.
Il frutto è un piccolo achenio, lievemente curvo, glabro e privo di pappo.

Raccolta

La fioritura dell’assenzio avviene durante l’estate. La raccolta delle foglie si effettua da metà primavera fino all’autunno, preferibilmente prima che l’infiorescenza si sviluppi completamente, quando la concentrazione dei principi attivi è più elevata.

Una volta raccolte, le foglie vanno essiccate all’ombra, in ambienti caldi, asciutti e ben ventilati. Si possono appendere in piccoli mazzi oppure disporre su telai a maglia fine, facendo attenzione a evitare l’esposizione diretta alla luce, che può degradare i composti più sensibili.

Modalità d’uso

L’assenzio maggiore è noto anche per essere l’ingrediente chiave dell’omonimo liquore, celebre per la sua storia e il suo carattere controverso. La bevanda si ottiene attraverso la distillazione con alcol della droga (termine botanico che indica la parte attiva della pianta) insieme ad altre specie aromatiche come l’anice verde, il finocchio, l’issopo, la melissa e l’anice stellato. L’assenzio è anche l’aroma principale alla base del vermut, un vino aromatizzato molto usato in aperitivi e cocktail.

  • Infuso: lasciare in infusione 1 grammo di droga in acqua bollente per circa 10 minuti. Bere una tazza 30 minuti prima dei pasti.
  • Estratto secco: fino a 1 grammo, fino a tre volte al giorno prima dei pasti.
  • Estratto fluido: da 0,5 a 3 grammi al giorno (1 grammo ≈ 55 gocce).
  • Tintura madre: 30 gocce fino a 3 volte al giorno prima dei pasti.

Tutte le preparazioni vanno assunte per brevi periodi e sotto controllo di un professionista esperto, data la possibile tossicità di alcuni componenti, in particolare del tujone.

Utilizzo tradizionale

L’uso dell’assenzio ha radici in tempi antichissimi. Avicenna, nel suo “Canone della medicina”, lo cita come potente stimolante dell’appetito. Anche la Scuola Medica Salernitana lo raccomandava come rimedio contro il mal di mare.

Autori classici come Dioscoride e Teofrasto ne descrivevano le proprietà digestive, la capacità di alleviare i dolori addominali e la presunta efficacia contro i veleni. Curiosamente, era anche usato in ambito cosmetico, ad esempio per scurire i capelli.

Durante il Rinascimento, la pianta trovò impiego soprattutto nei disturbi gastrointestinali. L’assenzio è noto per il suo sapore marcatamente amaro, dovuto ai lattoni sesquiterpenici contenuti nella pianta. Ma è anche conosciuto per i suoi effetti sul sistema nervoso centrale: ad alte dosi può risultare neurotossico, provocando sintomi come allucinazioni o convulsioni.

Nel XIX secolo, l’olio essenziale ricavato dall’assenzio ha dato vita al celebre liquore absinthe, reso famoso (e temuto) dagli artisti bohémien. Tuttavia, l’uso cronico e l’abuso di questa bevanda venne presto collegato a gravi danni neurologici. È per questo che la medicina moderna sconsiglia fortemente l’utilizzo dell’olio essenziale di assenzio, pur riconoscendone le proprietà digestive quando impiegato correttamente e a dosi terapeutiche.

Ricerca scientifica

Antinfiammatoria

Negli ultimi anni, l’assenzio maggiore ha attirato l’interesse della comunità scientifica per le sue proprietà antinfiammatorie, in particolare nei confronti della malattia di Crohn. Alcuni studi clinici hanno osservato che un fitocomplesso a base di Artemisia absinthium ha consentito la riduzione dei corticosteroidi nei pazienti, portando il 65% dei soggetti alla remissione dopo otto settimane di trattamento. Questo effetto sembra essere correlato alla soppressione del TNF-α (Tumor Necrosis Factor alpha), mediata da specifici metaboliti dell’estratto della pianta [2].

Gastroprotettiva

Un’altra area di interesse riguarda l’effetto gastroprotettivo degli estratti acquosi ottenuti tramite macerazione delle parti aeree della pianta. In uno studio sperimentale su ratti con ulcera gastrica indotta da etanolo, il macerato a temperatura ambiente ha mostrato un’attività protettiva significativa, con riduzione delle lesioni ulcerative e dell’infiammazione gastrica [3].

Antidiabetica

Le proprietà ipoglicemizzanti dell’assenzio sono state investigate in modelli animali con diabete sperimentale. L’estratto etanolico della pianta ha prodotto una marcata riduzione della glicemia a digiuno, del profilo lipidico e di alcuni marker di funzionalità renale (urea, creatinina, albumina), insieme a un miglioramento dei parametri antiossidanti come la superossido dismutasi (SOD) e la malondialdeide (MDA) nei tessuti renali. Questi risultati confermano un potenziale ruolo dell’Artemisia absinthium come coadiuvante nel trattamento del diabete [4].

Neuroprotettrice

Le proprietà neuroprotettive dell’assenzio maggiore sono oggetto di crescente attenzione, soprattutto in relazione a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson. In uno studio in vitro su cellule SH-SY5Y, l’estratto della pianta ha ridotto significativamente i processi ossidativi e l’apoptosi, aumentando i livelli intracellulari di glutatione e l’attività della superossido dismutasi. Tali effetti suggeriscono una possibile azione antiossidante sinergica ai farmaci convenzionali [5].

Un altro studio ha indagato l’impatto dell’estratto sull’accumulo di acido chinolinico, metabolita neurotossico coinvolto in numerose patologie neurodegenerative. Il trattamento ha ridotto la perossidazione lipidica, la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e l’apoptosi nelle cellule OLN-93 [6].

Antiparassitaria

Artemisia absinthium è stata valutata anche per la sua azione antielmintica, in associazione con la malva, su agnelli infettati da Haemonchus contortus. La somministrazione combinata ha dimostrato efficacia nel ridurre i danni alla mucosa dello stomaco (abomaso), stimolare la produzione di muco e favorire la rigenerazione dei tessuti [7].

Avvertenze e controindicazioni

La pianta può interagire con farmaci amari, terapie ormonali e neurostimolanti. È stata osservata una possibile interazione con la carbamazepina, farmaco anticonvulsivante, di cui può aumentare la biodisponibilità.
È sconsigliato l’uso dell’olio essenziale puro, a causa della presenza di tuione, composto neurotossico potenzialmente pericoloso a dosaggi elevati.
L’assenzio non deve essere utilizzato:

  • in caso di patologie neurologiche pregresse o terapie farmacologiche specifiche, senza controllo medico.
  • in gravidanza o allattamento;
  • in caso di ipersensibilità alle Asteraceae;

Riferimenti

  1. Szopa A, Pajor J, Klin P, Rzepiela A, Elansary HO, Al-Mana FA, Mattar MA, Ekiert H. Artemisia absinthium L.-Importance in the History of Medicine, the Latest Advances in Phytochemistry and Therapeutical, Cosmetological and Culinary Uses. Plants (Basel). 2020 Aug 19;9(9):1063. doi: 10.3390/plants9091063. PMID: 32825178; PMCID: PMC7570121.
  2. Moacă EA, Pavel IZ, Danciu C, Crăiniceanu Z, Minda D, Ardelean F, Antal DS, Ghiulai R, Cioca A, Derban M, Simu S, Chioibaş R, Szuhanek C, Dehelean CA. Romanian Wormwood (Artemisia absinthium L.): Physicochemical and Nutraceutical Screening. Molecules. 2019 Aug 25;24(17):3087. doi: 10.3390/molecules24173087. PMID: 31450704; PMCID: PMC6749517.
  3. Boeing T, de Souza J, Vilhena da Silva RC, Mariano LNB, Mota da Silva L, Gerhardt GM, Cretton S, Klein-Junior LC, de Souza P. Gastroprotective effect of Artemisia absinthium L.: A medicinal plant used in the treatment of digestive disorders. J Ethnopharmacol. 2023 Aug 10;312:116488. doi: 10.1016/j.jep.2023.116488. Epub 2023 Apr 13. PMID: 37059247.
  4. Bagheri F, Amri J, Salehi M, Karami H, Alimoradian A, Latifi SA. Effect of Artemisia absinthium ethanolic extract on oxidative stress markers and the TLR4, S100A4, Bax and Bcl-2 genes expression in the kidney of STZ-induced diabetic rats. Horm Mol Biol Clin Investig. 2020 Oct 21;41(4). doi: 10.1515/hmbci-2020-0028. PMID: 33079704.
  5. Rashidi R, Ghorbani A, Rakhshandeh H, Mousavi SH. Protective effect of Artemisia absinthium on 6-hydroxydopamine-induced toxicity in SH-SY5Y cell line. Avicenna J Phytomed. 2021 May-Jun;11(3):238-246. PMID: 34046320; PMCID: PMC8140215.
  6. Rashidi R, Akaberi M, Gholoobi A, Ghazavi H, Forouzanfar F. Artemisia absinthium extract attenuates the quinolinic acid-induced cell injury in OLN-93 cells. Curr Drug Discov Technol. 2023 Mar 30. doi: 10.2174/1570163820666230330105331. Epub ahead of print. PMID: 36998142.
  7. Mravčáková D, Sobczak-Filipiak M, Váradyová Z, Kucková K, Čobanová K, Maršík P, Tauchen J, Vadlejch J, Mickiewicz M, Kaba J, Várady M. Effect of Artemisia absinthium and Malva sylvestris on Antioxidant Parameters and Abomasal Histopathology in Lambs Experimentally Infected with Haemonchus contortus. Animals (Basel). 2021 Feb 9;11(2):462. doi: 10.3390/ani11020462. PMID: 33572477; PMCID: PMC7916408.
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