I prodotti erboristici per il sollievo dei sintomi urinari sono ampiamente disponibili con licenza d’uso tradizionale, sebbene non siano mai stati sottoposti a rigorosi studi di efficacia. L’estratto di foglie di Arctostaphylos uva-ursi è stato approvato per l’uso contro le infiammazioni del tratto urinario. Si ritiene che abbia proprietà diuretiche, antisettiche urinarie, astringenti e antinfiammatorie [1]. I costituenti dell’estratto includono flavonoidi, iridoidi, glicosidi idrochinonici (principalmente arbutina), tannini e terpenoidi. Studi in vitro hanno dimostrato un’attività antibatterica contro una varietà di organismi tra cui l’Escherichia coli, il patogeno urinario più diffuso. L’azione antimicrobica è stata attribuita ai derivati dell’idrochinone, in particolare all’arbutina [1].
Lo studio ATAFUTI è il primo studio fattoriale randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, volto a studiare un medicinale erboristico tradizionale come trattamento alternativo per le infezioni del tratto urinario nelle donne, con l’obiettivo di ridurre i sintomi e ridurre il consumo di antibiotici nelle cure primarie [2]. I FANS hanno note proprietà antinfiammatorie e l’uva ursina ha dimostrato proprietà antibatteriche contro l’E. coli sia in vitro che in campioni di urina di volontari sani [1].
Attività antibatterica e antinfiammatoria contro il Cutibacterium Acnes. Nel loro insieme, i risultati di questo studio indicano che l’estratto di foglie di Arctostaphylos uva-ursi potrebbe rappresentare un prodotto naturale per contrastare la virulenza di C. acnes, rappresentando una nuova opzione terapeutica alternativa per il trattamento dell’acne vulgaris [3].
Grazie agli studi sulle attività biologiche dell’arbutina, dei suoi derivati e degli estratti contenenti arbutina lo spettro dei loro utilizzi si sta ampliando. Finora le sostanze vegetali, in particolare l’Uvae ursi folium, sono state la fonte principale di arbutina. La mancanza di effetti avversi significativi dell’arbutina e dei suoi derivati li rende un’interessante alternativa all’idrochinone per uso esterno nel trattamento dell’iperpigmentazione [4].
Altri studi confermano il potenziale antinfiammatorio degli estratti di uva ursina: capace di coagulare le proteine infiammatorie dell’essudato e quindi ridurre significativamente l’edema [5]; c’è anche la capacità di ridurre l’intensità delle reazioni infiammatorie grazie alla riduzione della migrazione dei leucociti nell’infiammazione, diminuire l’intensità delle reazioni delle vie NF-kB e soppressione della trasduzione del segnale pro infiammatorio intracellulare mediata dall’attivazione dei recettori toll-like di tipo 2 e 4 [6].
Interessante è la sua attività anti-proliferativa in colture cellulari di carcinoma umano. In uno studio le foglie fresche di uva ursina sono state estratte usando l’80% di alcol etilico. I dati ottenuti hanno dimostrato che l’estratto ha inibito la proliferazione di cinque linee cellulari di carcinoma umano; vale a dire MCF-7-seno, HT-29-colon, DU-145-prostata, SK-MEL-5-pelle, e MDA-MB-435-carcinomi cutanei. Gli autori hanno associato l’attività antiproliferativa ai gallotannini presenti nelle foglie dell’uva ursina e all’induzione di una cascata di reazioni apoptotiche [7].